Dalle parti di Tokyo gli stranieri non sono ben accetti!
La Japan Cup è una delle corse più ricche del programma internazionale e uno degli eventi che mette a confronto campioni provenienti da ogni parte del mondo.
Il suo albo d’oro mostra un cambiamento violento nella composizione degli ordini d’arrivo. La corsa si disputa dal 1981, quando vinse l’americano Mairzy Doates, e le prime edizioni videro i cavalli provenienti da Europa, USA e Australia farla da padroni, con 12 vittorie in 17 edizioni. Nel 1998 El Condor Pasa (col 2° e il 3° pure JPN), invertì il trend, posando la prima pietra di un vero muro alzato contro gli invaders. Da allora, in 18 edizioni, solo il nostro Falbrav e l’inglese Alkaseed hanno sconfitto l’armata nipponica! Considerando le prime tre posizioni, lo strapotere indigeno è ancor più evidente: negli stessi 18 anni solo 5 cavalli non-giapponesi sono entrati nel marcatore; l’ultima a piazzarsi è stata l’eroina Oiuja Board -nel 2006, e pure incappò nel grande Deep Impact-
Quali le ragioni di un dominio così sfacciato? I migliori europei sono legati al prestigio dei Gran Premi di casa e rinunciano a una lunga trasferta a fine stagione, la Breeders Cup è vicina e riduce la partecipazione dei campioni USA, gli Aussies non si adattano al tracciato: queste le prime -banali- giustificazioni. La loro analisi porterebbe via fiumi d’inchiostro….e a noi piace pensare che lo sviluppo qualitativo dell’allevamento sia invece la causa di questo strapotere!
A testimoniare il livello economico dell’allevamento Giapponese (che genera l’aumento esponenziale di qualità dei cavalli) citiamo un solo dato, impressionante: il fatturato 2015 delle monte dei SOLI stalloni di Shadai Farm è stato circa €140.000.000.
Senza allevamento si possono fare le corse –pure belle- come avviene a Hong Kong; ma è altrettanto vero che un allevamento che funziona, programma e cresce è il volano per tutta un’ippica perché ne costruisce, di fatto, la base.
Ah, già: l’ultima Japan Cup, con finale thrilling e 3 cavalli in un fazzoletto, conferma la tendenza: un’altra trio tutta giapponese!